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salve, io sono un invalido del lavoro , e sono impiegato presso un'azienda metalmeccanica. negli ultimi 3 anni ho superato il massimo dei giorni previsti per malattia, e quindi le mie malattie ultimamente vengono pagate al 50%.

i giorni previsti sono un massimo di 92, ma il conteggio e' molto particolare, in pratica i primi 7 certificati vengono conteggiati nel giusto modo 5 giorni equivalgono a 5 e 3 giorni equivalgono a 3 , mentre per i certificati dopo il 7 in 3 ani il conteggio viene raddoppiato fino al 5 giorno compreso, quindi 6 giorni sono 6 mentre 5 sono 10. e cosi' via. cmq mi chiedevo se la mia situazione puo' essere equiparata a quella di un normodotato. e' ovvio che le mie malattia saranno superiori, se ho una patologia che prevede un'invalidita',senno' perche' le chiamano categorie protette se protetti non lo siamo.
grazie anticipatamente

L'applicabilità delle decurtazioni salariali per i periodi di malattia può essere contestata qualora la malattia derivi dalla mancata applicazione delle prescrizioni a tutela dell'invalido. In pratica, se si dimostra che la malattia deriva dal mancato rispetto delle prescrizioni a tutela del singolo invalido (ad es. divieto di movimentare carichi, obbligatorio uso di ausili durante il lavoro, costrizione a posture e movimenti potenzialmente dannosi per il tipo di invalidità) allora i periodi di assenza non possono essere conteggiati ai fini del "comporto". In sostanza bisogna verificare se sono state rispettate le prescrizioni mediche disposte a sua tutela all'atto dell'assunzione (se già invalido) o successivamente (limitazioni stabilite dal "medico competente" dell'azienda).  


Avv. Gianluigi Moise